“…Sulla via di casa”

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Nella IV Domenica di Quaresima del 27 marzo scorso, il Movimento di Spiritualità coniugale
Equipe Notre Dame, nella consueta ed itinerante iniziativa mensile di ritrovarsi in preghiera nelle
chiese diocesane, ha fatto tappa presso la Chiesa SS Cosma e Damiano in Bocale, ospite del
Vicario foraneo di Pellaro – già Consigliere Spirituale END Don Giuseppe Cosa e della sua
comunità parrocchiale.
In questa domenica “Laetare” e della “gioia” proprio perché l’unica in prossimità della Pasqua
in cui è permesso anche di ornare l’altare con i fiori e indossare paramenti liturgici di colore
rosa, Don Giuseppe ha esortato tutte le coppie a prendere coscienza di questo «giorno, reso ancor
di più di festa perché situato in un percorso quaresimale di per sé meditativo, riflessivo,
favorevole ad un’intensificazione della preghiera e alla possibilità di aprirsi ad uno sforzo
maggiore per una conversione sincera». All’interno di questo cammino, le coppie hanno potuto
meditare sulla liturgia della Parola che ci offre una “situazione familiare”, una festa per il ritorno
del figlio alla casa del padre, il passaggio dalla morte alla vita, dalla tenebre alla luce per mezzo
della riconciliazione con Dio, che come un filo ci mette in comunicazione alle precedenti
domeniche, per avvicinarci al “banchetto” pasquale, fonte di ravvedimento e comunione. Una
similitudine accresciuta di significato per mezzo della simbologia capace di creare una relazione
tra le nostre esistenze e i momenti della prova, in cui siamo rinati magari attraverso un semplice
gesto, un forte abbraccio, una parola o addirittura un silenzio. Nelle piccole chiese domestiche,
in cui si fa spazio a Dio, nell’ordinario si vede lo spiraglio di santità.
Per vivere nella libertà di figli, spesso «non ci rendiamo conto che l’umanità di Dio dona divinit
all’uomo», e la parabola del figliol prodigo, nella sua dimensione domestica, la si può cogliere
come quell’opportunità di crescere nel discernimento, nella capacità di discernere, di decidere se
essere come il Padre o il fratello maggiore, nei confronti di chi, nonostante tutto si incammina
sulla via del ritorno a casa, non tenendo conto neanche di quel peso di un fallimento che porta
sulle proprie spalle. Ma davanti a porte spalancate o chiuse di quella casa, ci saranno destini
differenti per quel cuore di ritorno.
Nella casa in cui «abita il Padre Misericordioso non c’è spazio per il rancore, tutto è in funzione
di quella gioia nel ritrovare il figlio che era perduto, la gioia supera ogni preoccupazione, ogni
delusione o mancanza, in nome di quell’Amore ciò che conta davvero è solo ritrovare suo
figlio!».
«Entrare nel linguaggio del Padre, è già pregustarne la gioia, non ci permette di tentennare
sull’uscio dell’incertezza se giusto o non è giusto, per quel Padre l’invito alla festa è per tutti, va
in cerca anche del figlio maggiore, lo supplica pur di prendere parte a quella gioia», non una
possibile felicità, ma un profondo e pieno coinvolgimento di soddisfazione che abbraccia tutti!
«Ci piace molto immaginare che per varie destinazioni ci ritroviamo tutti in “quel sentiero del
ritorno”, famiglia, società che sia, ma forse non riusciamo a fare abbastanza per comprendere
quanto sia essenziale non sciupare la vita orientata a Dio, in relazione alla quale ci basterebbe
pensare che – proprio come suggerisce la parabola – mentre l’uomo pentito cammina verso casa,
c’è già quel Padre pronto che, senza pensarci su, ci corre incontro per abbracciarci al collo!».
In breve, per ogni momento della nostra vita, le porte della chiesa sono spalancate e chiunque
vuole può entrarvi per percorrere e ripercorrere quel tratto di “casa a Casa” e non stancarsi mai di
fare ristoro presso la Misericordia di Dio, invito e banchetto di salvezza.
Dominella e Giuseppe Fortugno
Coppia Responsabile END-RC

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